Pecore, pecoroni o capre?

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Pecore, pecoroni o capre
Matteo 9:36
Gesù percorrendo le città ed i villaggi della Palestina, com’era solito fare, insegnava e predicava un messaggio di gioia e di speranza guarendo ogni malattia ed infermità. “Vedendo le folle,” “ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore”.
Pecore stanche e sfinite, quando parliamo di pecora si parla della sua mitezza, ma c’è anche il rischio d’essere solo “dei pecoroni”, persone pavide, passive, conformiste… Essere “pecoroni” non è un concetto positivo: molti dicono di non volere far parte di un gregge e di non aver bisogno di un “pastore”. Dicono di voler pensare con la propria testa e di andare solo dove decidono loro… In realtà seguono, di fatto, un qualche conformismo, vanno così vagando sulle strade della vita e si sentono confusi, disorientati, soli, in preda ad ogni furbo predatore… erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore… L’apostolo Pietro, riferendosi alla gioia di aver trovato Cristo Gesù e di seguirlo, scrive: “…poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime” (1 Pietro 2:25).
Gesù si era dimostrato, e continua a dimostrarsi oggi, come il pastore per eccellenza, “il buon Pastore”. Questa espressione, può essere considerata un banale luogo comune, ma farne esperienza, è qualcosa di magnifico e soddisfacente; numerose profezie dicono di Gesù come del Buon Pastore.“Tu che porti la buona notizia alza forte la voce! Alzala, non temere! Di’ alle città «Ecco il vostro Dio!» Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano” (Isaia 40:9-11) “Porrò sopra di esse un solo pastore che le pascolerà: il mio servo Davide; egli le pascolerà, egli sarà il loro pastore” (Isaia 34:23)(Giovanni 10:11-30). Gesù trova “pecore” sbandate e perdute, con amore e compassione le raccoglie e le porta nel Suo gregge, là dove troveranno riparo, cibo e conforto.
Un cristiano, quindi, è fiero e grato di poter far parte del “gregge” di Cristo. Far parte della comunità cristiana, da dei privilegi: Le benedizioni di Gesù, il supremo Pastore
Il Suo interesse personale. Dio ci chiama ad avere un rapporto personale con Lui, ci conosce…
Così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, colui che ti ha formato! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!” (Isaia 43:1). Il Signore è venuto a cercare per portare a far parte del Suo “gregge” altre “pecore”.“Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore” (Giovanni 10:16). le “chiama per nome” (Gv. 10:3)
La Sua cura. nella Sua grazia e misericordia, con pazienza e tenerezza,: “Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano” (Isaia 40:11); nonostante tutti i limiti, difetti, peccati Egli si cura di te.
Il Suo nutrimento . nella preghiera, nella meditazione della Sua Parola, sia privatamente che nel culto comunitario della chiesa. Ci “pastura”, “Padre nostro” quando chiediamo Egli ci fornisca il pane quotidiano a noi necessario, non solo per il corpo, ma anche per l’anima.
La Sua protezione. Egli custodisce il Suo gregge lo protegge. “Il SIGNORE è colui che ti protegge; il SIGNORE è la tua ombra; egli sta alla tua destra” (Salmi 121:5); “Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge” (Gr. 31:10). “Io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date… e nessuno può rapirle dalla mano del Padre” (Giovanni 10:28,29).
La Sua guida. morale e spirituale, attraverso la Sua Parola e gli stimoli del Suo Spirito, “Egli mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome” (Salmi 23:3). Di Lui posso avere fiducia, come accade per le pecore di quel gregge del quale è scritto: “…le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce” (Giovanni 10:3,4). È importante quel “conoscono la sua voce”, perché come credenti si arriva al punto di conoscere “per istinto” che di tante “voci” di questo mondo “non ci si può fidare”. È importante il discernimento! Non lasciarti ammaliare da tante sirene il “gregge di Dio” è scuola di discernimento

I doveri del far parte del Suo gregge Far parte del gregge di Cristo comporta anche dei doveri?
Il dovere dell’ascolto. Già letto Giov10:3-4 ascoltare la Sua voce e di ubbidirvi “Perché mi chiamate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?” (Luca 6:46). L’ascolto attento della Parola di Dio era ciò in cui perseverava la chiesa antica. Atti 2 erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere”
Questo è il metodo per distinguere chi appartiene da chi non appartiene al gregge di Cristo Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (Giovanni 8:47). “Voi non credete, perché non siete delle mie pecore” (Giovanni 10:26).
Doveri verso il gregge. Le pecore di un gregge hanno dei doveri rispetto al loro stesso gregge.
Innanzi tutto “sanno dov’è il loro ovile”, “Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Ebrei 10:24,25). È possibile, che una pecora “si perda” e vada errando, ma nel gregge di Cristo ci si prende cura l’uno dell’altro. “Abbiate pietà di quelli che sono deboli [o nel dubbio]: salvateli portandoli lontani dal fuoco. Abbiate pietà anche degli altri, ma con timore” (Giacomo 1:22-23).
Secondo: promuovono la qualità della sua vita e la concordia. “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza” (Colossesi. 3:16); come pure: “esortatevi a vicenda ogni giorno e ancora …sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace” (Efesini 4:1-3).
Doveri verso i collaboratori del supremo Pastore. Far parte di questo gregge significa, pure aiutare, collaborare, sostenere ed ubbidire coloro che il Cristo ha stabilito come Suoi ministri, responsabili del Suo gregge. pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge” (1 Pietro 5:1-4).
L’amore verso il Supremo pastore deve spingerci così ad aiutare, collaborare, sostenere ed ubbidire coloro che il Cristo ha stabilito come Suoi ministri. “Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe d’alcuna utilità” (Ebrei 13:17). Ancora è scritto: “Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono, e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera” (1 Tessalonicesi 5:12,13). È pure nostro dovere pregare per loro perché si conducano onestamente in ogni cosa, non si scoraggino, non cadano in tentazione, perché abbiano salute, forza, volontà, determinazione, la sapienza dello Spirito Santo.

Quando siamo onesti con noi stessi giungiamo a riconoscere di essere come pecore che hanno bisogno di un pastore. Qualcuno pensa che essere “pecora” sia degradante e preferisce essere una capra, certamente più “autonoma”!
Gesù, però, ci ammonisce con queste parole: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo (…) Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: ‘Andate via da me, maledetti…’” (Matteo 25:31-34,41). …Gesù non diceva questo «tanto per dire», ma per descrivere quello che effettivamente un giorno avverrà. Da quale parte allora saremo? Esamina te stesso!

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