Egli non è qui, è risorto!

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Egli non è qui…

Luca 24:1-12

La risurrezione dai morti del Signore e Salvatore Gesù Cristo è alla base di tutta la fede cristiana: tutti e quattro i Vangeli vi si soffermano in modo particolare dando un resoconto minuzioso della crocifissione, così come, la descrizione esposta con estrema chiarezza, della Sua resurrezione. Il fatto di questa meravigliosa verità deve essere per noi motivo di lode e profondo e costante ringraziamento. Dio nella Sua infinita sapienza, conoscendo la resistenza dell’uomo alla fede, fece in modo che molte persone fossero testimoni di questo evento. Anche i discepoli di Gesù, i Suoi stessi amici, accolsero la notizia con diffidenza, mentre i Suoi nemici la screditavano. Eppure nonostante l’incredulità degli amici e l’ostilità dei nemici, la resurrezione di Gesù rimane un fatto incontestabili.

Proprio nella resurrezione di Gesù, vengono alla luce, anche se attraverso cose lasciate vuote, tre promesse, mi spiego, non promesse vuote, prive di senso o fondamento, ma tre cose che per il fatto stesso d’essere vuote, prive cioè del loro contenuto, ci possono dare promesse degne di fiducia.

Tre cose lasciate vuote in questo racconto che sono in sé stesse cariche di veraci e realizzate promesse: una croce lasciata vuota, una tomba lasciata vuota e delle fasce lasciate altrettanto vuote. Il fatto stesso che ciascuna di queste cose sia stato trovata del tutto vuota ci assicura che le promesse di Dio sono degne di fiducia. Queste cose non potevano trattenere Gesù. Egli non poteva essere trattenuto dalla croce, dalla tomba, e nemmeno dalle Sue strette fasce, noi possiamo essere sicuri che le promesse di Dio per la nostra vita sono altrettanto reali e autentiche.

Una croce vuota: È proprio perché la croce era stata lasciata vuota che noi abbiamo la promessa dell’effettivo perdono dei nostri peccati. Proviamo a ritornare al primo mattino di Pasqua. È ancora notte, il sole non si è ancora levato. Alcuni seguaci di Gesù, delle donne, si stanno recando alla sua tomba. Era già mezz’ora che stavano camminando. Una profonda tristezza le attanagliava, tanto che non avevano nemmeno voglia di parlare. Il compito che si apprestavano a svolgere era altrettanto triste: dovevano ungere il cadavere di Gesù, come si usava allora, di oli aromatici. Non avevano potuto farlo prima, di sabato, perché le convenzioni religiose avevano loro impedito di operare anche solo questo gesto pietoso. Giungono in cima ad un sentiero in salita e si guardano attorno, immobili, quiete. A destra, proprio fuori la città, si trova l’orribile memoria di ciò che era accaduto solo pochi giorni prima, in cima alla collina il Golgota, o la collina del teschio, vi sono tre croci su cui era stata eseguita una terribile condanna a morte. Ieri era sabato, e nessuno le aveva rimosse di là. Così esse erano rimaste in piedi, una memoria vuota dell’orrore del venerdì. La croce di mezzo è quella sulla quale era stato crocifisso Gesù. Il palo principale gronda di sangue: sangue della schiena di Gesù prodotto quando i soldati romani avevano flagellato Gesù con una speciale frusta provvista di punte di ferro; un altro soldato romano aveva scagliato una lancia contro il suo costato per accertarsi che fosse morto. Era morto davvero. I soldati sapevano che Gesù era morto. Lo sapevano i romani, lo sapevano i giudei. Gesù era morto davvero: ecco perché voglio che guardiate la croce questa mattina. È il posto dove Gesù era morto. Oggi, però, è vuota. Vuota del corpo di Gesù, ma piena delle promesse di Dio, piena di speranza, per voi e per me. La promessa della croce vuota è che voi e io che riponiamo in Gesù la nostra fede, siamo perdonati; Gesù ha pagato il prezzo, la pena per i nostri peccati. Su quella croce Gesù ha pagato il prezzo del nostro peccato . Romani 5:8; Atti 4:12 Quando Gesù tirò il suo ultimo respiro, gridò: “È compiuto”. La pena è stata pagata. Su quella croce, quella croce vuota.

Una tomba vuota 3 Torniamo ora alle nostre donne. Dopo aver fatto una breve pausa per contemplare la croce, continuano sul sentiero che porta giù verso la tomba dove era stato deposto il corpo di Gesù. Non ci avevano pensato ed ora si pongono la domanda: “Chi ci potrà aiutare per spostare il masso che ostruisce la tomba di Gesù”? Avevano ben motivo di essere preoccupate: la pietra che era stata posta davanti alla tomba di Gesù era grande e pesante, quintali. Non solo questo, ma i romani le avevano apposto dei sigilli, tanto che nessuno avrebbe potuto – anche se avesse voluto – spostarla senza il loro permesso. Improvvisamente sentono la terra tremare. Avvicinandosi al luogo della sepoltura si domandano ancora che possa essere successo. Arrivano e trovano cose ancora più sorprendenti. I soldati sono a terra, sembrano aver perso i sensi. La pietra è stata rimossa. Delle figure luminose, degli angelo, siedono accanto alla tomba e, rivolgendo loro la parola, dicono: Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato”. È nel fatto della tomba vuota che sta la verità della risurrezione di Gesù Cristo e della promessa che ciascuno di noi che si è affidato a Lui risorgerà anch’egli a vita eterna. Per coloro che conoscono Gesù Cristo come loro Signore e Salvatore, la morte non è più qualcosa da temere; abbiamo la promessa che un giorno vivremo per sempre con Lui in cielo La tomba vuota è il modo che Dio ha di dirci “non temere, la morte non può più farti del male. Perché la tomba era vuota? Perché Gesù era risuscitato dai morti. Egli dice: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete” . La promessa per noi è che potremo attraversare l’esperienza della morte e vivere.

Fasce vuote 12 un’altra promessa ancora che io vorrei che consociate anche sulla Pasqua. È la promessa implicita nelle vesti vuote. Ritorniamo al nostro racconto. Dopo che l’angelo aveva parlato alle donne, immediatamente esse ritornano dagli apostoli e raccontano loro ciò che era loro avvenuto. Con questa incredibile notizia Pietro e Giovanni corrono subito alla tomba per accertarsi essi stessi di ciò che era avvenuto. Non appena arrivano, Giovanni si ferma fuori dalla tomba e Pietro vi entra. Pietro trova solo le fasce con le quali il corpo di Gesù era stato avvolto. Anch’esse sono vuote. Questo poteva significare solo una cosa: Gesù era vivo! Se qualcuno avesse rubato il corpo, egli non avrebbe rimosso le fasce e riposte piegate bene lì accanto e lasciate lì. Davvero Gesù è risorto! Non sarebbe passato molto tempo che Gesù appare a Maria Maddalena ed a tutti gli apostoli, e poi a più di 500 persone. Gesù si sarebbe seduto con loro, avrebbe camminato con loro, parlato con loro, mangiato con loro. Ancora una volta sarebbe stato loro possibile stare in comunione con Gesù. La promessa delle fasce vuote: Gesù è vivente e vuole avere comunione con noi. Egli è un Salvatore vivente, e desidera avere un rapporto personale con me e con te.

La croce non lo aveva potuto trattenere, la tomba non lo aveva potuto contenere, le fasce non erano più necessarie, perché Gesù è vivo! Egli ha pelle ed ossa, come pure un volto riconoscibile. Parlava, toccava, amava, guariva. Lo aveva fatto il giorno della risurrezione e lo può fare ancora oggi.

Quest’oggi vorrei fare una domanda importante: Conoscete voi Gesù Cristo? Non intendo chiedervi se sapete qualcosa su di Lui. Conoscete veramente Gesù Cristo? Vedete, si può conoscere qualcosa di qualcuno, ma non conoscerlo veramente.

Quella prima domenica di Pasqua, quando le donne erano andate alla tomba, non avevano idea su ciò che stava per succedere loro. Laggiù, in distanza, c’era una croce vuota, la promessa che i loro peccati erano stati perdonati. Alla fine del loro cammino vi era una tomba vuota: la promessa della loro vita eterna. Dentro la tomba vi erano fasce vuote: la promessa che esse avrebbero ancora potuto avere uno stretto rapporto personale con Gesù Cristo, il loro vivente Salvatore. Le promesse che esse avevano scoperto quel giorno possono essere anche per noi oggi. La domanda che oggi vorrei pure farvi è questa: “Siete disposti a prendere Dio in parola?

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