Filemone 11
Paolo scrive questa breve lettera da Roma, durante la sua prima prigionia, intorno al 62/63. a Filemone, un cristiano in primo luogo, a un collaboratore, a membro della chiesa di Colosse, convertito attraverso il ministerio di Paolo. E’ l’unica epistola a carattere personale ad essere riportata nelle Sacre Scritture, una lettera affettuosa, convincente, è uno dei gioielli della letteratura cristiana, un capolavoro dell’amore del cristiano che Dio ha voluto preservarla fino ad oggi per noi e al di là dell’occasione particolare della lettera stessa, è fonte di molti insegnamenti basilari per la vita dei cristiani. Una lettere per noi stasera!
Ci sono tre personaggi centrali in questo testo: Paolo lo scrittore della lettera, il mittente, Filemone il destinatario e Onesimo l’oggetto, ognuno ha delle caratteristiche particolari, necessarie se vogliamo, per ogni servo di Dio e prego il Signore che le accresca sempre più nella mia vita.
Le analizziamo brevemente:
Paolo: il mittente, ha la necessità di scrivere a Filemone perché ha una richiesta 10 ti prego per mio figlio… te lo rimando, lui, che amo come il mio cuore. Accoglilo. Una richiesta fatta con gentilezza, con amore, intercede per un uomo, un suo schiavo che si era comportato male, aveva causato una perdita al suo padrone; era fuggito, ma ora era cambiato, il Signore lo aveva trasformato, non era più quello di prima.
L’apostolo Paolo avrebbe potuto ordinare il ritorno a casa di Onesimo, in virtù della sua autorità, era libero di comandare a Filemone come si doveva comportare, ma scrive 9 preferisco fare appello al tuo amore…; prima lo elogia per la sua fede, per il suo amore verso i santi e in virtù di questo fa la sua richiesta. Gli avrebbe fatto comodo Onesimo a Paolo lo vediamo che collabora portando conforto ai fedeli di Colosse insieme a Tichico 4:7-9 Ve l’ho mandato appunto perché conosciate la nostra situazione ed egli consoli i vostri cuori; e con lui ho mandato il fedele e caro fratello Onesimo, che è dei vostri. Essi vi faranno sapere tutto ciò che accade qui. Era un fratello utile, stimato dall’apostolo Paolo! 14 ma non ho voluto far nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata, ma volontaria. Possiamo imporre a i fratelli, forzando forse un aiuto, pensando anche per incoraggiare, ma un servizio forzato per Gesù non è autentico. Signore aiutami, aiutaci ad accoglierci gli uni e gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio; motivare i fratelli ed essere motivati ad un servizio volontario per te. Collaborare ed essere collaboratori nell’opera Tua, Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio.1 Corinzi 3:9; esorta ancora Paolo 2 Corinzi 1:24 Noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perché nella fede già state saldi.
Fondati sulla Tua Parola di certo otterranno sempre frutto e, così facendo, metteremo in pratica quell’amore che Dio ha messo nei nostri cuori e che spinge ad agire come Cristo Gesù agì!
Filemone: il destinatario, un uomo benestante, impegnato nell’opera di Dio, pieno di fede, di amore per la chiesa e i fratelli un collaboratore fedele, ma mettiamoci nei suoi panni, forse si era dimenticato l’accaduto, aveva cancellato Onesimo da i suoi ricordi ed ecco che riesce dal nulla, pure raccomandato dall’apostolo Paolo. (si è fatto persuadere, Onesimo è riuscito a imbrogliare pure Paolo, e se ne accorgerà chi è!) Era stato probabilmente derubato, da Onesimo infatti l’apostolo afferma: Se ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me… pagherò io; possiamo pensare che lo schiavo forse, abbia parlato male del suo padrone e qualcun altro non aveva più rispetto per lui per queste cose, (succede, vado di fantasia) ma probabile che uno fugge e infanga il nome di chi lo ha aiutato, calunniato, forse deriso.
Non voglio fare esempi personali, ma succede che qualche fratello o sorella perde la bussola e ci si ritrova con dei problemi (o un posto scoperto, un collaboratore in meno, qualcuno che rema contro, chi rimane con il muso, ci sciopera ecc) e capita che abbiamo come Filemone la scelta di decidere cosa fare. Il fratello ha creato problemi, finalmente se ne andato volontariamente lasciando delle conseguenze nella comunità, all’improvviso ritorna! Che faccio? Per lo più raccomandato! Ho, però, l’occasione di chiudere definitivamente il discorso, con tutto l’amore possibile, (fratello sono contento per te, Dio ti benedica, ma continua la tua vita, pregheremo per te) la famosa palla al balzo! Io ho giocato a calcio da piccolo e ho scoperto che con la palla al balzo non è detto che fai goal! Abbiamo bisogno (come gli studi biblici di queste settimane), mansuetudine e umiltà condita da molta pazienza. Gesù sopportò facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte della croce.
Filemone, non lo sappiamo, ma sicuramente accettò Onesimo, anzi Paolo scrive conoscendolo fiducioso nella tua ubbidienza, sapendo che farai anche più di quel che ti chiedo. Signore dammi e dacci saggezza con i fratelli che ci hai dato.
Onesimo: l’oggetto, una vita passato da schiavo, con una placca al collo con un’iscrizione in latino che diceva: “arrestatemi se scappo e riportatemi al mio padrone”, in senso dispregiativo, una persona insignificante, ribelle, inutili e inutilizzabili. Pessimo elemento un tempo inutile, “che non dà alcun contributo alla società, non è d’aiuto a nessuno” “Che non serve perché superfluo, inefficace” è la mia, e forse la nostra storia, ribelle, inutile, sono stato trovato sul sentiero della mia volontà e riportati al Padrone. Non più per essere posto sotto la schiavitù, ma nelle vesti di colui ch’Egli chiama cari fratelli, amici (v. 16 e Giovanni 15:15). il vecchio Onesimo non c’è più ora è chiamato figlio da Paolo, collaboratore fedele, fratello in Cristo e lo ribadisce (16) Nessun nome è più prezioso di quello di fratello, e può essere applicato tanto al padrone cristiano (fine del v. 7; 20) quanto al servo cristiano …un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me. Certo è scritto, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: “Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare”. Amen! Non abbiamo nulla che ci dia diritto ad una ricompensa, con tutti i nostri servizi; o considerarci migliori di altri nel nostro impegno nel Signore, gli abbiamo dato semplicemente il Suo, quello che è obbligo fare”.
Onesimo ha messo cmq la sua vita al servizio di Dio, un tempo inutile, ma ora utile, consacrato, disponibile, zelante, pronto anche a pagare le conseguenze passate, ri incontrare Filemone per mettersi anche a suo servizio. Voglio impegnarci sempre più ad essere gradito a Dio, ad essergli utile, consacrati, arresi alla Sua volontà; è la mia preghiera di questa sera
Viviamo un periodo difficile, di crisi economica e spirituale, di sofferenze, credo però che sia un tempo di opportunità nel rendersi “utili” nella mani del Signore, a metterci da parte nostra ogni impegno per onorare il Re dei re e Signore dei signori. Sì, fratello, io vorrei che tu mi fossi utile nel Signore; rasserena il mio cuore in Cristo. Paolo e incoraggia noi oggi UTILI nell’opera Sua.
Utile nel saper accogliere i fratelli, utili collaboratori ad un servizio volontario, utile e saggio, come esempio nel gregge nella compassione e nel perdono, utile per un uso onorevole.
un tempo inutile, è vero, ma che ora è utile per il territorio che Dio ci ha affidato, per la comunità dove ci ha posto, per i fratelli che ci ha dato, per il Signore, il Re. “…vasi nobili, santificati, utili al servizio del padrone, preparati per ogni opera buona.” Il nostro servizio “utile” è l’uso onorevole cui deve servire il vaso cristiano.