Geremia 1:4-10
“La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini... ” (4 ). Geremia nasce nell’ambito di una famiglia sacerdotale, nei pressi di Gerusalemme verso il 650 a.C. Il loro compito istituzionale è quello di occuparsi delle cerimonie del tempio. Geremia, però, sente di avere ricevuto una missione molto più alta, quello di essere portatore della Parola di Dio. Questo sarà per lui un compito tutt’altro che facile. Leggendo il libro, ci saranno momenti in cui questo compito è così pesante e pericoloso che se la prende con Dio per averglielo affidato e persino vorrebbe non essere mai nato! È infatti molto più facile una religione fatta di riti, cerimonie, e discorsetti di circostanza… È, invece, molto dura portare una parola che colpisce, taglia, esorta, mette in crisi, smaschera, chiama ad un cambiamento radicale, alla conversione… perché denuncia ipocrisia, ingiustizia, idolatria, compiacenza e il giudizio inappellabile di Dio se da tutto questo non ci si ravvede. Questo la gente non lo vuole sentire, infatti, impedisce a Geremia a non dire “quelle cose” e a fare come tutti gli altri (falsi) profeti compiacenti che dicono solo cose gradite. Egli però insiste… minacce, lo emarginano, lo respingono, strappano e bruciano i suoi scritti… La fede nel Dio vero e vivente, però, non è una religione di comodo, ha una Parola spesso “scomoda” sia per chi la porta che per chi la riceve, ma salutare, che incide, trasforma, cambia. Questa Parola è affidata a noi che abbiamo creduto e come per Geremia, non possiamo trattenere, ma dobbiamo annunciata ad altri…il messaggio che Dio ha per Geremia è lo stesso che Dio ha per te
Chiamata personale: strettamente personale. «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni» (5). Questa parola proclama l’assoluta sovranità di Dio su tutta la realtà e su ciascuna persona. Dio non solo è il Creatore di ogni cosa, ma anche Colui che determina ogni cosa e persona secondo i Suoi eterni propositi. Efesini 1:11; Romani 8:29,30. Nessuno nasce per caso ed a ciascuno Dio affida un compito, una funzione da assolvere. Geremia prende coscienza di essere stato destinato, riservato ad assolvere un compito nella sua vita: essere portatore della Sua Parola di giudizio e di salvezza. Geremia non è “uno qualunque”, allo stesso modo in cui la Bibbia non è “un libro come un altro”. La Bibbia è unica, insostituibile, inalterabile: è portatrice dell’infallibile Parola di Dio di giudizio e di salvezza rivolta “alle nazioni”, a uomini e donne di ogni tempo e paese. “Abbiamo...scrive Pietro la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori” 2 Pt 1:19. Un messaggio destinato a far sorgere nei cuori “la stella mattutina”: il Signore e Salvatore Gesù. Per quanto eventualmente sgradita, Geremia, come tutti i fedeli servitori del Signore, sentono di avere il preciso dovere, costi quel che costi, di trasmettere inalterata la Parola d i Dio. 2 Corinzi 4:2
L’inadeguatezza: la Parola che riceve è di rivelazione e di vocazione, Geremia risponde confessando tutta la sua inadeguatezza. 6-9 ahi me! Geremia non è che un ragazzo quando riceve dal Signore la chiamata a diventare profeta. Egli si sente inadeguato ed inadatto a questo compito. La chiamata del Signore intimidisce, molti personaggi biblici, di fronte ad essa, confessano la loro inadeguatezza. Di fronte alla chiamata del Signore vi è persino chi fugge e si nasconde come Giona. Di fronte ai compiti che ci vengono affidati, spesso anche noi confessiamo di essere inadatti. Può essere senz’altro vero , come pure può essere anche una scusa per non doverci impegnare, faticare, scomodare, metterci in evidenza, essere criticati, essere respinti... Geremia stesso avrà più volte occasione di dire: “Ma chi me lo ha fatto fare! Perché è stato chiesto proprio a me di farlo e non a un altro?”. Il pastore si è sbagliato! Il proprio dovere, verso Dio e verso gli altri, però, non può essere evitato. Gesù stesso non va alla croce sicuro di se, con spavalderia… Egli prega: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà» Matteo 26:42 Geremia si rivela una personalità tormentata, spesso preda della disperazione, ma mai sconfitto dai suoi avversari e dalle sue debolezze e paure perché è rafforzato non solo dal senso del dovere che deve adempiere, ma anche dalla promessa del Signore: “Io sono con te per liberarti”. Dio non ci chiede mai di fare qualcosa per il quale Egli pure non ci dia le risorse sufficienti per portarlo avanti con successo. Tutto questo ci indica pure come la Bibbia non sia “un libro piovuto dal cielo”, ma un libro scritto da veri uomini e vere donne come noi, con tutti i limiti e contraddizioni. Nella Bibbia traspare l’umanità dei suoi scrittori, la loro personalità ed anche i loro difetti. Eppure essa è, per grazia di Dio, in modo unico ed eccelso, Parola di Dio, …il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti. Egli ha messo le Sue Parole nella bocca di ogni profeta, di ogni apostolo, di ogni credente.
Missione: ci è stata fatta una chiamata personale, siamo si inadeguati, ma nell’ultimo versetto è affermato lo scopo per Geremia: “Vedi, io ti stabilisco oggi sulle nazioni e sopra i regni, per sradicare, per demolire, per abbattere, per distruggere, per costruire e per piantare»” (10). Ricostruire è la finalità della missione di Dio affidata al profeta Geremia. Possiamo dire che la stessa sia la missione del messaggio dell’Evangelo, dell’intera Bibbia. Oggi molti affermano di volere udire, soprattutto dal pulpito, messaggi positivi, costruttivi ed edificanti. Se ne risentono, quando odono riprensione, denuncia, accusa… già ce ne sono fin troppe Vogliono sentire parlare di pace, di tolleranza, di accoglienza… Demolire, può essere necessario, anzi, l’unica cosa da fare, quando, per esempio la condizione di un vecchio fabbricato è così cattiva che non conviene restaurarlo, ma buttare giù tutto e rifare la casa da capo! Perché è irrecuperabile, non bastano ritocchi, spostamenti vari… Il falso profeta annuncia: “… ma no… vedrete che andrà tutto bene… non preoccupatevi… Dio è buono… perdona tutto! Alla fine ci salverà!”. Era quanto voleva ascoltare la gente. Geremia: troppo negativo… Dio certo non ci castigherà , anzi!”. Necessario è demolire, sradicare distruggere e abbattere! La nostra missione è ricostruire: Gesù una volta disse: “… se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo” (Luca 13:3). È il messaggio dell’Evangelo, quello autentico, che non annuncia una salvezza a buon mercato, ma che chiama al ravvedimento dalle nostre trasgressioni alla volontà rivelata di Dio ed alla fede in Gesù Cristo, altrimenti non ci potrà per noi essere speranza. Atti 26:20; Atti 17:30; Atti 2:38 Il messaggio dell’Evangelo, prima di proclamare la salvezza in Cristo, ammonisce che l’ira di Dio cadrà implacabile su chi non si ravvede.
È la mia e la tua chiamata, nell’inadeguatezza ma per sempre una missione affidata da Dio !
Ecco perché a volte (e sono buono) la nostra vita spirituale è insipida e irrilevante; la qualità della vita cristiana è lontana anni luce da come venivano descritti i cristiani dei primi secoli. Ci siamo forse “evoluti” oppure ci siamo degenerati? Prendiamo coscienza di tutto questo, lasciamo che il messaggio di Geremia, di tutta la Bibbia, sradichi, demolisca, abbatta, distrugga tutto ciò che in noi e intorno a noi non è conforme alla verità per poi costruire e piantare in noi un nuovo modo di essere, un nuovo modi di pensare. Tutto il resto è solo apparenza, inganno che non potrà reggere a lungo.