non mollare la presa

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II Samuele 23:9-10

La Parola ci parla di questo uomo valoroso al servizio di Davide, rimase fedele tutta la vita, al re coraggioso, perseverante, insieme ad altri, corsero grandi rischi, ma ampiamente onorati a tempo debito, con grandi vittorie insieme al loro conduttore. Forse noi, non aspiriamo ad essere ricordati in un catalogo di valorosi in una delle guerre di questo mondo, ma a volte anche noi abbiamo diverse battaglie da vincere, si sta scrivendo un registro di eroi al servizio del Re, coloro che combattono per Cristo, fedeli, perseveranti, costanti, che non si arrendono mai, disposti a condividere le sofferenze di Cristo, rimettendo la loro sorte in Colui che è maggiore di Davide, e verrà il giorno in cui la gloria del Signore si rifletterà sui Suoi seguaci.

Consideriamo la figura di Eleazar. Il testo ci ricorda una delle Sue imprese, molto istruttiva e la prima lezione che troviamo riguarda la POTENZA INDIVIDUALE. I Filistei avevano cominciato la battaglia e i figli d’Israele erano usciti per combattere ma, per qualche ragione, voltarono le spalle… Questo ci parla di una umiliazione iniziale. mentre gli Israeliti si ritiravano sulle alture… Eleazar, “si levò e colpì i Filistei“. Era un uomo di notevole individualità di carattere, un uomo che conosceva se stesso, ma sopratutto, conosceva il Suo Dio, non si volle confondere con la folla per fuggire solamente perché altri lo stavano facendo. Egli non volle prendere come misura del proprio servizio i fallimenti e le cadute dei suoi fratelli ma, mentre Israele fuggiva, si alzò e lottò. L’obbligo personale di ogni individuo davanti a Dio è una di quelle lezioni che ciascuno di noi deve imparare. (qualcuno dirà: ma il Signore non obbliga nessuno; amen!) Ci viene insegnato al battesimo, dove ogni credente fa la propria confessione di fede e, per un proprio atto, si riconosce morto con Cristo. Ha i suoi diritti, ma deve assolve anche ai suoi doveri, è al servizio del Re, come un eroe valoroso che non fugge, ma compie il suo dovere, nel gran giorno del giudizio sarai chiamato e rendere conto delle tue personali responsabilità e non di quelle di altri. Eleazar sentì che doveva compiere il proprio dovere qualsiasi cosa gli altri facessero, perciò sguainò la sua spada contro il nemico per combattere con tutte le sue forze. Non dimentichiamo che la nostra responsabilità, in un certo senso, comincia e finisce con noi stessi. Supponiamo che tu ritenga che la chiesa, la tua chiesa sia in un momento molto triste. Tu sei responsabile nella misura in cui hai contribuito a creare quella condizione. È molto facile ritirarsi, fuggire…(a io non c’ero) trovare i difetti dell’operato altrui, (se mi davano retta, facevano come dicevo io) non criticare gli altri ma alzati e combatti! …potenza individuale

DEBOLEZZA PERSONALE. Eleazar, anche se si levò per combattere i Filistei era solo un uomo, e così lottò fintanto che la sua mano non si stancò e non poté più farcela. Raggiunse il limite della sua forza e fu obbligato a fermarsi.; esausto nel servizio del Signore. Eleazar: non si era stancato DI lottare, ma si era stancato NELLA lotta. …la sua mano, sfinita Desidereremmo e vorremmo servire il Signore giorno e notte, ma la carne è debole e non abbiamo la forza sufficiente per farlo, questo non è un peccato. Ma a volte il popolo di Dio si stanca di lottare! Se un contadino è stato nel suo campo a mietere dall’alba fino al tramonto, dice al suo signore: “Sono molto stanco, ho bisogno di dormire qualche ora”, quale tiranno gli rifiuterebbe il riposo?
Forse Eleazar si stancò perché nessuno l’aiutò. Che conforto quando riceviamo una buona parola da un fratello e una sorella; è incoraggiante sapere che, dopotutto, non sei solo e che altri sono impegnati nella stessa battaglia, zelanti per lo stesso Signore. Ma guardandosi attorno, Eleazar non vide nessuno e la grazia di Dio fu proprio in questo: si stancò solamente quando poté permetterselo.
Siamo creature così deboli; possiamo essere assaliti dalla stanchezza in ogni momento, ma quale grande benedizione è sapere che il Signore ci rende forti secondo le necessità del momento, e che solo quando abbiamo compiuto il nostro lavoro Egli permette che avvertiamo la fatica.

PERSEVERANZA. Ci viene detto che la sua spada si attaccò alla mano. Forse questo fenomeno si verificò a causa del sangue coagulato (qualcuno dice) ma, forse, la migliore interpretazione è quella che si riferisce ad un fatto che si verifica nelle battaglie tenendo stretto con forza qualcosa. La spada rimase unita alla mano a causa dell’energia con la quale egli mantenne la sua arma. La spada è simbolo della Parola di Dio, conoscerla, saperla usare è fondamentale per un credente, teniamoci stretti alla Parola in un modo ancora forte, migliore, un po di più. Un pastore ha detto: “Ci sono certi ‘convertiti’ sui quali non puoi fare alcun affidamento fino a quando non si convertono di nuovo”. E temo che sia veramente così. L’opera non è compiuta profondamente. Sono tra le schiere di quei fratelli che si ritirano nel momento della battaglia, che si stancano presto di lottare. La loro presa non è sicura. Non conoscono bene la spada, non la leggono, no studio, no preghiera… Ma colui che ha perseveranza nel lottare per il Signore tiene strettamente la Veritàper cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; ne ha dimestichezza e la usa perché conosce bene ciò che possiede. Chi conosce intelligentemente e intensamente la Parola è come colui che tiene stretta la spada nella sua mano. Eleazar, avendo impugnato bene la sua spada mantenne la presa; qualsiasi cosa gli fosse accaduta nel corso della sua battaglia, non avrebbe lasciato l’arma nemmeno per un istante, se avesse aperta soltanto una volta la mano, quindi mollato, avrebbe perso la battaglia.
Vengo toccato nel vedere la perseveranza di uomini zelanti che amato così appassionatamente il loro lavoro per il Signore da non poter fare a meno di lasciarlo, o nella scuola domenicale, o nelle visite, nelle preghiere, anno dopo anno perseverano al loro posto, il loro cuore e i loro pensieri sono là, nella lotta, nel servizio; la loro mano rimane “attaccata alla spada”! E la tua? Come possiamo abbandonare l’Evangelo? E’ la nostra vita, la nostra anima, è tutto per noi.
Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me, se non evangelizzo…1 Corinzi 9:16

Eleazar trattenne la spada e fu lui a operare una grande vittoria quel giorno… vero? No! La vittoria non è attribuita a Eleazar, “E l’Eterno concesse in quel giorno una gran vittoria” non fu opera sua ma del Signore, è Lui il Re “Non a noi ma al Suo nome diamo la gloria”. Lavoriamo per il Signore con zelo, con forza, con umiltà e con la consapevolezza che tutto dipende da Lui, dalla Sua benevolenza, dal Suo amore e dalla Sua grazia.

INCORAGGIAMENTO. “il popolo tornò a seguire Eleazar soltanto per spogliare gli uccisi“. Non è una bella immagine, ma quello che ci rattrista è pensare che molti che si professano cristiani assomigliano di più a increduli che a credenti? voltare le spalle nel giorno della battaglia. Ma vogliamo essere incoraggiati da questo verso; perché possono altri, che si sono ritirati, forse delusi, scoraggiati nella lotta, afflitti, sofferenti… ritornare indietro dal mio e il tuo zelo per l’opera di Dio; il Signore renderà forte e colui che è debole sarà incoraggiato dalla tua franchezza. Non mollare la presa, il Signore ti ha posto nel campo di battaglia per essere un Suo eroe, un valoroso per Gesù, Paolo esorta a Timoteo; ma sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza. Forse rimarrai solo a combattere, ma con la Potenza che Dio suscita in te e anche con la tua debolezza e con la tua perseveranza, vedrai per primo la gloria di Dio “E l’Eterno concesse in quel giorno una gran vittoria” Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio
Egli si alzò…

 

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