Informazioni su angelorossi73

La legge dell'Eterno è perfetta, ella ristora l'anima; la testimonianza dell'Eterno è verace, rende savio il semplice. Salmo 19:7

Un modo semplice per incoraggiare il tuo pastore

Una delle gioie di grandi è vedere il proprio pastore incoraggiato dalla chiesa che serve. Una delle difficoltà è sapere che questo incoraggiamento può essere ben poco frequente.

Una gioia unica vederlo spronato dalle persone che pasce. Ma a volte i momenti di incoraggiamento sono pochi e sporadici. Sicuramente vorresti che accadessero più spesso.

Forse stai leggendo questo articolo perché ami il tuo pastore e vuoi benedirlo, ma non sei sicuro di come fare. Questo è un ottimo punto di partenza.

Ricorda: è una persona, con un cuore e un’anima, che dà valore alle relazioni ed è influenzato dalle parole e dalle azioni (anche dal silenzio). Mentre è “là sul pulpito”, è anche qui accanto a te, a correre la corsa della vita cristiana: il tuo incoraggiamento può essere la provvidenza di Dio per spronarlo ad andare avanti, per dargli grazia per la prossima tappa della corsa.

Un pastore incoraggiato

Paolo è un esempio di pastore incoraggiato. Durante un periodo di intensa persecuzione nel suo ministero, mandò Timoteo a controllare la chiesa di Tessalonica. Si chiedeva se sentire parlare delle sue sofferenze aveva indebolito la loro fede. Per grazia di Dio, era esattamente il contrario:

“[Timoteo] ci ha riferito buone notizie della vostra fede e amore per questo, fratelli, noi siamo stati consolati a vostro riguardo, in tutta la nostra afflizione e sofferenza, a motivo della vostra fede perché ora veramente viviamo, se voi state fermi nel Signore” (1 Tessalonicesi 3:6–8).

La chiesa di Tessalonica stava affrontando una tempesta perfetta di critiche indebite nei confronti del loro pastore, opposizione contro il Vangelo e racconti che giungevano da lontano sulle sofferenze di Paolo. Eppure, nonostante queste pressioni, rimanevano saldi nel Signore e questa notizia confortò Paolo. 

Una chiesa la cui fede è in crescita (soprattutto nelle difficoltà) è un grande incoraggiamento per il suo pastore!

Impariamo dalla lettera di Paolo come la sua perseveranza fosse collegata alla perseveranza della chiesa e quanto sia benefico per un pastore sapere che il suo gregge cresce nella fede e resta saldo nel Signore.

Un modo semplice per incoraggiare il tuo pastore

Paolo credeva fermamente che il potere della Parola di Dio era in grado di infuocare e sostenere la fede del popolo di Dio (Rom. 10:17; 2 Tim. 4:1–5), e vedeva questo potere guidato dalla Parola rafforzare la fede all’opera nella chiesa di Tessalonica: “conoscendo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione, perché il nostro evangelo non è giunto fino a voi soltanto a parole, ma anche con potenza e con lo Spirito Santo, e con molta convinzione; voi sapete come ci siamo comportati fra voi per amor vostro” (1 Tessalonicesi 1: 4–5).

Una chiesa la cui fede è in crescita (soprattutto nelle difficoltà) è un grande incoraggiamento per il suo pastore!

Sulla base del motivo di conforto di Paolo, qual è un modo semplice in cui puoi incoraggiare il tuo pastore? Digli precisamente come stai crescendo nella fede attraverso il suo ministero della Parola.                                                                                                                                                       Potresti commentare un modo in cui il suo recente sermone ti ha aiutato, compunto o incoraggiato. I dettagli sono molto utili: “Quando hai detto ______ nel tuo sermone, mi ha aiutato in questo modo”. Potresti anche condividere come la Parola di Dio ha continuato a operare attraverso la tua lettura personale della Bibbia o in piccoli gruppi, o condividere con lui come hai parlato del sermone con una persona che ne aveva bisogno.                                          Soprattutto durante questo periodo in cui il tuo pastore non può vedere facilmente la tua fede in azione, è importante per lui poter ascoltare come stai crescendo nella grazia.

Incoraggerai il tuo pastore dicendogli precisamente come Dio ha operato attraverso le Scritture predicate e applicate. Mandagli un’e-mail o fagli una telefonata.

 Tre effetti del tuo incoraggiamento

Se ciò non bastasse, Paolo fornisce alcune ragioni per cui voler fare il semplice passo di incoraggiare il tuo pastore. Considera questi tre effetti che le tue parole potrebbero avere:

1. Perseveranza

“Perché ora veramente viviamo, se voi state fermi nel Signore” (1 Tessalonicesi 3:8).Il tuo incoraggiamento rafforzerà la sua fiducia nella potenza della Parola di Dio e aumenterà anche il suo desiderio di leggerla, goderne, studiarla, comunicarla e metterla in pratica fedelmente. Lo aiuterai a portare avanti il ministero quando il gioco si fa duro, sia a livello personale, culturale o all’interno della chiesa.                                                                                                                  Soprattutto in questo periodo in cui il tuo pastore non può facilmente vedere la tua fede in azione, è importante per lui poter ascoltare come stai crescendo nella grazia. 

2. Dipendenza

“…pregando intensamente, notte e giorno, per poter vedere la vostra faccia e compiere le cose che mancano ancora alla vostra fede” (1 Tessalonicesi 3:10).                                                            Poiché è chiaro che la Parola di Dio opera nei santi imperfetti attraverso situazioni imperfette, la consapevolezza del tuo pastore della sua dipendenza da Cristo aumenterà. Il tuo incoraggiamento lo porterà a pregare con fervore per saggezza nella Parola e per il suo frutto, che solo lo Spirito Santo può portare.                                                                                                                                   Il tuo incoraggiamento rafforzerà la sua fiducia nella potenza della Parola di Dio e aumenterà anche il suo desiderio di leggerla, goderne, studiarla, comunicarla e metterla in pratica fedelmente.                                                                                                                                         Incoraggerai il tuo pastore dicendogli precisamente come Dio ha operato attraverso le Scritture predicate e applicate. Mandagli un’e-mail o fagli una telefonata.

3. Gloria

“Quale ringraziamento possiamo infatti rendere a Dio per voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio” (1 Tessalonicesi 3:9).                                                              Quando Dio compie la sua opera guidata dallo Spirito attraverso la sua Parola, riceve lode e gloria.                                                                                                                                                  Se sei riluttante a incoraggiare il tuo pastore perché non vuoi gonfiarlo, allora fidati:  la sua intenzione è di rendere grazie a Dio, per il Suo onore e il Suo nome.

Vai avanti pastore

Dedicato a tutti coloro che servono il Signore con umiltà e sincerità…

Un pensiero di incoraggiamento :

* VAI AVANTI PASTORE *

Cammini lentamente versso il pulpito, ti aggiusti i capelli e gli abiti che indossi. Pensi al messaggio, fai una preghiera silenziosa, perché le pecore hanno sete e stanno lì affinché li raggiunga la parola di Dio attraverso la tua vita.

Nessuno sa se stai bene o stai male, se sei felice o triste.

Le tue preoccupazioni devono essere superate, i tuoi dolori sono spesso nascosti e il tuo viso deve portare un sorriso.

*PASTORE UNA PERSONA CHE SPESSO SI TROVA SOLA*

I tuoi problemi, i tuoi bisogni, le tue difficoltà quotidiane, la tua fragilità non rientra nel messaggio.

A volte porti persino le ferite degli ultimi anni, mesi, giorni, ore.

È l’inferno ti sta venendo contro, perché hai salvato tante anime che andavano per quella strada.

Quante volte vai al culto, dopo aver pianto tutta la notte, senza che nessuno se ne sia accorto.

*VAI AVANTI PASTORE*

Non deludere Dio che ti ha dato un messaggio per questa generazione.

Parla di perdono, anche quando molti ti offendono.

Parla di guargione anche quando tu stesso porti del dolore nel tuo corpo.

Consola le anime, anche quando tu stesso hai bisogno di consolazione.

Restaura famiglie, nel frattempo piangi per la tua.

Parla della fiducia in Dio e di ascoltarlo, anche se Egli rimane in silenzio con te.

Sinceramente la vittoria del Pastore non è nel suo successo :

* PIÙ CHE ALTRO LA VITTORIA DEL PASTORE È VINCERE OGNI GIORNO E AVERE SEMPRE PASTURA DA DARE ALLE SUE PECORE *.

Quante volte il pastore dice “abbiate pace nel Signore voi tutti popolo Suo”, ma nella sua preghiera spesso dice: “Dio aiutami”.

Questi sono i pesi del pastore, aldilá dei suoi progetti, sogni e lacrime.

*CONTINUA VAI AVANTI*

perché ci sono molte persone che hanno bisogno di sentire la voce di Dio attraverso di te !

il Dubbio

download

Genesi 3:1-6

“Il dubbio è una condizione mentale, nota sin dall’antichità, per la quale si cessa di credere a una certezza, o con cui si mette in discussione una verità.”                                                                                        Il dubbio è uno dei nostri più accaniti nemici, è sempre stato un inciampo per tutti coloro che si incamminano nella via verso Dio e verso il Suo Figlio Gesù Cristo.                                                 Nell’epoca moderna, si mette in dubbio ogni cosa, è spesso sinonimo di intelligenza, di “apertura mentale”, sembra sapere tutto, ma vivono nel dubbio.                                                                         Insomma la cultura di oggi è: non c’è più nulla di fondato… …non c’è più nulla da credere!          Ma per un cristiano, è proprio così?                                                                                                                     Nel passo tratto dal Libro della Genesi possiamo notare che l’attività del serpente, nella sua astuzia, è stata proprio quella di insinuare, nel pensiero della donna proprio questo “dubbio” circa quanto dichiarato da Dio.                                                                                                                                        Il dubbio ha fatto presa nella mente della donna proprio grazie alla sua “intelligenza”, alla sua presunta capacità di “valutare”, ella osservò il frutto, lo valutò buono da mangiare, bello da vedere, desiderabile per diventare “intelligente”, ne mangiò e ne diede a suo marito che era con lei ed egli ne mangiò.                                                                                                                            Giacomo fa una splendida rappresentazione di questo incedere del peccato:(Giacomo 1:14-15)              Da quel momento, la mente di tutto il genere umano, ha ereditato questa mente incline al dubbio verso quanto detto da Dio. Mettere in dubbio la Parola di Dio è la cosa più normale per la mente dell’uomo naturale! Nello stesso momento però dobbiamo considerare un aspetto che spesso è causa di dubbi nel cristiano: la conoscenza approfondita ed onesta della Parola di Dio.                  Una conoscenza superficiale ed approssimativa della Scrittura, ci espone a costruirci dei pre-concetti errati, che non trovano riscontro nella Parola di Dio ma che noi riteniamo “scritturali”, facendo dire alla Parola quello che effettivamente non dice… Esempio:

Il popolo di Israele, nella sua carnalità, è per noi un esempio di incredulità.                                   Nonostante avessero visto Dio agire molte volte in loro favore, mettevano continuamente in dubbio la Sua fedeltà, le Sue parole, e questo fu causa di tutti i suoi dolori:                                          Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro incredulità . (Ebrei 3:7-19)               Gesù poco prima di essere offerto in sacrificio pronuncerà il Suo lamento sulla città di Gerusalemme: (Luca 13:34) …non avete voluto perché non avete creduto!                                                    Noi siamo disposti a credere solo ciò che comprendiamo, che in qualche modo sappiamo spiegarci, che siamo in grado di “filtrare con la nostra mente”, proprio per questo abbiamo bisogno della FEDE per credere a Dio, a ciò che è spirituale. La fede è certezza (Ebrei 11:1)

Tommaso è ricordato come il discepolo che ha nutrito il dubbio più di altri, ma semplicemente perché non era presente alla prima apparizione di Gesù risorto. (Giovanni 20:19-29)                      Proviamo a metterci nei panni di Tommaso, come poteva egli credere che: Gesù era risuscitato Nonostante Gesù lo avesse detto più volte, era naturale mettere in dubbio…                                          Gesù non esita a riprendere Tommaso:…non essere incredulo, ma credente!       

Il dubbio non è scusato! E’ necessario un ravvedimento che è proprio quell’azione di rivedere i propri pensieri, la propria mente, infatti la traduzione del termine greco, significa “trasformazione della mente“.  Romani 12:2                                                                                                    Solo perché sfugge alla nostra comprensione o non lo sappiamo spiegare, lo mettiamo in dubbio.  Tutto ciò che è da Dio è spirituale ed è in profondo contrasto con ciò che è naturale, corrotto  dall’azione del dubbio verso ciò che non comprendiamo naturalmente è assolutamente normale. Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. (1 Corinzi 2:14)

Il fatto che sia “normale”, però non significa che sia corretto, anzi… se è normale mettere in dubbio le parole di Dio all’uomo naturale, non lo è per niente per l’uomo rigenerato!                       L’uomo rigenerato dallo Spirito Santo, che ha rinnegato la propria mente, il proprio pensieri mediante il ravvedimento e che si è predisposto a camminare con Cristo nella Conversione, non deve “coltivare” il dubbio.  Il dubbio va scacciato, combattuto, non assecondato, compreso… Probabilmente chi ragiona mettendo davanti sempre e comunque la Parola di Dio come Verità assoluta, sarà definito “tarato”, “irrispettoso dei pensieri altrui”  ma Gesù ci ha insegnato Lc 3:1-13 Gesù, davanti alle provocazioni, alle insinuazioni, alla tentazione di satana rispose con la Parola di Dio, citandola letteralmente…è così che ha resistito alla tentazione e ci ha insegnato a resistere. Gesù insegnò che proprio il “ricevere la Parolacome la riceve un piccolo bambino è il modo corretto di credere…e un bambino non mette in dubbio quello che gli viene detto.

Giacomo ci insegna una cosa che faremmo bene a ricordarci spesso: (Giacomo 1:5-8)                          Chi dubita assomiglia ad un onda del mare… …il mare, nella Parola di Dio simboleggia i popoli nella loro vana agitazione, ed un cristiano che dubita assomiglia molto alla vanità, ed è soggetto alle continue influenze del vento (dalle dottrine mondane) che lo spingono dove vogliono loro. Siamo coscienti che in questo mondo ci sono tanti “venti di dottrina”?                                              Giacomo dice che un tale uomo è di animo doppio, ovvero “coltiva” contemporaneamente due “persone”, non ha completamente “ravveduto” al suo modo di pensare “carnale”, questo lo rende dubbioso, ed il tarlo del dubbio lo indebolisce spiritualmente al punto di essere “instabile”.               Il dubbio fa un lavoro distruttivo nella nostra mente che, piano piano, in modo subdolo e invisibile ci allontana dalla grazia di Dio… prima rende instabile la fede, poi finisce per rovinarla!              Gesù disse ai suoi discepoli e dice a noi, nel momento che mettiamo in dubbio la Sua Parola:        O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! (Luca 24:25)

Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Giovanni 8:31-32)

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. (Luca 21:33)                              Ricordiamoci che la Parola di Dio è LA PAROLA DI DIO!                                                                                                                                           Mettere in dubbio “una parte della Scrittura” significa dubitare dell’intera Parola di Dio.

Il dubbio ci fa camminare nella paura, la fede ci fa andare avanti nella speranza!

 

un uomo #sopralamedia

jUR8a4Rm.png

Uno studio della Bibbia fa notare Giuseppe un modello che prefigurava Gesù Cristo, credo anche che sia un modello di credente che sta #sopralamedia, si tratta di un credente totalmente dedito al Signore, che giornalmente ha comunione con Dio, guidato dallo Spirito in ogni dettaglio della sua vita. Durante vent’anni Dio ha formato Giuseppe: l’ha isolato, l’ha provato, l’ha preparato; Giuseppe doveva diventare colui che avrebbe salvato la vita degli eletti del Signore. Dio ancora oggi è alla ricerca di credenti ben disposti al servizio dell’opera Sua #sopralamedia…. che desiderano morire a questo mondo, che non cercano fama, onore, denaro o piacere; che sono sempre più affamati di intimità con Cristo, vogliono conoscere il Suo cuore e la Sua voce. Sono necessarie tre virtù per formare e ottenere un servitore provato e affidabile.

Una vita santa e separata: Lo Spirito di Dio non ha mai smesso di chiamare l’uomo a santità, alla purezza interiore e a una vita separata. Tragicamente sono pochi quelli che rispondono. Ma in tutte le generazioni Dio ha conservato un piccolo residuo che ha risposto alla Sua chiamata. Giuseppe rispose alla chiamata di Dio quando era ancora molto giovane. Anche i suoi dieci fratelli avevano ricevuto la stessa chiamata, ma scelsero di rimanere nel mondo, e il loro cammino con Dio era senza entusiasmo. Giacobbe avvertì i suoi figli della loro condizione senza successo Ge 35:2-3 Una delle chiamate più chiare di tutta la Parola di Dio! In ebraico, la frase “cambiatevi i vestiti” ha il significato di purificazione morale e spirituale della mente e del cuore. Si arresero esteriormente Genesi 35:4. Ma il pentimento era solo superficiale, non avevano mai avuto un cambiamento profondo nel cuore. Ritornarono presto alla ribellione, pieni di odio, gelosia e discordia! In Giuseppe, però, c’era qualcosa di diverso: il suo pentimento proveniva dal cuore. Aveva risposto alla chiamata dello Spirito, e a partire dall’età di diciassette anni aveva deciso di seguire il Signore. In un ambiente immorale e malvagio, Giuseppe ha conservato mani pure e un cuore limpido. Mentre i fratelli di Giuseppe parlavano e vivevano come pagani. Il suo cuore puro era oppresso dalla cattiveria della sua propria famiglia. Nello stesso tempo guadagnò il favore di suo padre. La Bibbia dice che Dio non fa distinzioni fra le persone!!! Se si tratta di salvezza, di promesse di alleanza, Dio considera tutti allo stesso modo. Ma a tutti coloro che rispondono con sincerità alla Sua chiamata, Egli elargisce la Sua speciale benevolenza sopra quelli che sottomettono la loro vita completamente a Lui! Giobbe dichiarò: “Tu mi hai concesso vita e grazia” (Giobbe 10:12). E Davide: “Tu, o Signore, benedirai il giusto; come scudo lo circonderai con il tuo favore” (Salmo 5:12); “O Signore, per la tua benevolenza avevi reso forte il mio monte” (Salmo 30:7). La Scrittura ci conferma pure: “Il piccolo Samuele continuava a crescere ed era gradito sia al Signore sia agli uomini” (1 Samuele 2:26). Un fatto è certo, il nostro Padre celeste riveste di un abito speciale coloro che Lo cercano e Gli donano interamente il loro cuore. “Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l’anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia” (Isaia 61:10). A Giuseppe fu data una veste che lo distingueva. Ma il favore di suo padre costò un caro prezzo: Gli procurò rifiuto, incomprensione e derisione: “I suoi fratelli… l’odiavano” (Genesi 37:4, 11). Mentre i suoi fratelli di Giuseppe stavano attorno scambiandosi pettegolezzi e chiacchiere, occupati da terreni, possedimenti, dal loro futuro. Ma il cuore di Giuseppe era in comunione con Dio, gli aveva dato dei sogni, delle visioni, la presenza di Dio era con lui. Giuseppe era di un’altra stoffa!

L’affidamento nella Parola di Dio! Salmo 105:17-19 Giuseppe fu esaminato e sottoposto a svariate prove, ma la sua più grande prova era la parola che aveva ricevuto! Consideriamo tutto ciò che sopportò: all’età di 17 anni fu spogliato e gettato in una fossa per morire di fame. Indifferenti alle sue suppliche di clemenza, ridevano; venduto come un comune schiavo. Malgrado questo, non era il rigetto dei suoi fratelli, non era l’oltraggio di essere schiavo o essere gettato in prigione. No. Giuseppe era messo alla prova dalla chiara parola che aveva udito da Dio!

Tramite dei sogni Dio aveva rivelato a Giuseppe che gli sarebbe stata assegnata grande autorità, e che l’avrebbe usata per la gloria di Dio. I suoi fratelli si sarebbero inchinati davanti a lui anche il sole, la luna e le stelle si sarebbero inchinati! Ed egli sarebbe divenuto un grande liberatore per molti uomini. Però tutte le circostanze nella vita di Giuseppe erano esattamente l’opposto di quanto Dio gli aveva messo nel cuore. Egli era il servo, doveva inchinarsi! Un liberatore, ma era schiavo! “Tutto questo non ha senso. Il Signore ‘dirigere i miei passi’ verso la prigione, servì fedelmente nella casa di Potifar. Ma alla fine venne giudicato male e accusato falsamente. Forse i miei fratelli avevano ragione – forse mi affido troppo a questa parola. Tutte queste cose mi accadono magari per punirmi di qualche desiderio egoistico… Ma nonostante tutto, Giuseppe fu benedetto da Dio, non con denaro o possedimenti, nemmeno con una buona condizione sociale. No. Dio parlava al suo cuore, gli dava sogni e interpretazioni! Egli aveva fiducia nessuno situazioni andava al di là del controllo del Signore, la presenza di Dio gli dava una pace interiore. Impariamo ad avere fiducia e non lamentarci, a trovare rifugio in Lui. Forse non comprenderemo tutte le misteriose vie dove Dio ci conduce; ma i cieli e la terra passeranno ma non le Sua Parola

Verrà il giorno in cui ogni cosa avrà un senso; 3 punto, persevera: Credo che sia successo nell’ora più buia della sua vita, quando, solo, scoraggiato, sul punto di abbandonare i suoi sogni, mettendo in dubbio la sua posizione davanti a Dio. Ma ecco all’improvviso la chiamata di una guardia del re: “Giuseppe! Pulisciti! Il faraone ti chiama! “Questo è l’inizio di ciò che Dio mi ha promesso.

Nel giro di pochi minuti Giuseppe fu davanti al faraone, ascoltando il suo sogno. Gli diede l’interpretazione della futura carestia e gli consigliò di raccogliere e immagazzinare il grano della nazione: “Devi affidare a qualcuno l’incarico dei depositi. Prendi come sovrintendente un uomo pieno di sapienza.” Faraone si guardò in giro – poi si rivolse a Giuseppe: “Tu, Giuseppe! Io ti nomino secondo governante. Nel regno soltanto io avrò più potere di te. Tu sorveglierai tutto!” Nel giro di un’ora Giuseppe passò da prigioniero abbandonato, dimenticato a vicefaraone in Egitto. Questo era il piano di Dio fin dal principio!” Poi arriviamo al nostro verso: il giorno in cui Giuseppe si trovò davanti ai suoi fratelli. Ge 50:20 C’è Dio, dietro ogni passo lungo la via (Genesi 45:7-8). Presto anche noi comprenderemo il motivo delle prove del tempo presente. Nel frattempo Dio ci accompagna in questa via, formando, preparando, insegnando ad aver fiducia in Lui per ogni cosa.

Una esperienza conosciuta della Bibbia, Giuseppe prefigura di Gesù, ma anche ripeto esempio di ogni credente che vuole vivere #sopralamedia; santo, separato, aggrappato alla Parola di Dio e con ogni perseveranza attende alle promesse del Signore …Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. Il Signore ci ha chiamato ad un compito arduo, negli ultimi tempi avverrà o già è giunta questa carestia spirituale, dopo Gesù stesso avverte …Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.

C’è bisogno di altri Giuseppe o di altri credenti #sopralamedia

L’attacco di satana

resistere

Giacomo 4:7 Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.

Stai cercando Dio con tutto il cuore, sei sotto attacco di satana. Se stai sopportando profonde prove, distrutto mentalmente, fisicamente e spiritualmente, sei sopraffatto, appesantito e confuso; sappi che la Scrittura dice che le tempeste e le grandi prove si abbattono su tutti coloro che hanno dato tutto a Cristo “Molte sono le afflizioni del giusto” Salmo 34:19). Sei affamato del Signore, se sei determinato a cercarlo con tutto il cuore, deciso a concentrare la tua mente e la tua anima per ubbidire alla sua Parola, sarai continuamente attaccato! Non so perché noi credenti soffriamo così tanto, ma una cosa so con certezza. Quando decidi di cercare il Signore, di afferrare le Sue promesse, diventi preda degli attacchi di Satana. Viene il momento nella vita di ogni credente in cui si trova di fronte ad una scelta: o rimani tiepido nella sua fede oppure attraversi il confine e decidi di seguire Gesù con tutto il suo cuore. Ogni qualvolta decidiamo di afferrare appieno Cristo, l’inferno trema, Satana si rende conto che un cristiano del genere vincerà, sia con la preghiera che affrontando grandi sofferenze con fede salda. Quando vede questa fede, sa che le fondamenta dell’inferno stanno per essere scosse, perciò comanda ai suoi principati di abbandonare i loro posti abituali vicino ai cristiani freddi, indifferenti, amanti del piacere. E li spinge a cercare ogni cristiano zelante che mostra sta si sta muovendo nella pienezza di Cristo. Ricordate Paolo: zelante persecutore della chiesa riceve la rivelazione di Cristo, decise con tutto il cuore di digiunare e pregare e immediatamente divenne un primo bersaglio dell’ira di Satana. Il diavolo non teme solo la conversione di Paolo ma la rivelazione del paradiso. Egli è stato scacciato dal cielo, dalla gloria della presenza di Dio e non sopporta il pensiero che qualcuno “minore” di lui possa gustare il paradiso. È invidioso di chiunque viene benedetto nel contemplare ciò che lui ha perduto per l’eternità. 2 Corinzi 12:7. Dio non infligge nessuno dei suoi servi. Anche se Giobbe era schiaffeggiato da Satana, il Signore aveva messo dei limiti alla potenza del nemico, può attaccarci, ma non può distruggere la nostra vita. Secondo Paolo, questa spina fu permessa da Dio nella sua vita per tenere a bada l’orgoglio del suo cuore. Il diavolo aveva assegnato a questo messaggero il compito di affliggere la carne di Paolo, provocandogli dolore fisico e mentale; schiaffeggiato, colpito giorno dopo giorno, non lasciarlo andare”. Ma Dio lo trasformò nel bene di Paolo. 12:9-10.

Questi attacchi cercano di rubarti l’intimità col Padre. Questa è l’unica ragione per cui il diavolo cerca continuamente di abbattere i santi di Dio. Li vuole privare del loro riposo, della loro intimità, della loro speranza del paradiso con il Signore in breve, tutte le cose che lui ha perduto quando è stato scacciato dal cielo. Ripensa al tuo cammino con Dio. La tua conversione, il desiderio di Dio, lo zelo di essere usato da Lui, la decisione di consacrazione totale a Gesù, forse il battesimo nello Spirito Santo, l’ attrazione alla preghiera ecc; ecco in quel momento sei diventato il bersaglio dell’ira di Satana. Forse dirai: “quel periodo non è durato a lungo o poco, lo zelo si è spento, ora le cose non vanno proprio bene”; la tua fede può vacillare, quasi crollare, ma c’è ancora un po’ di carbone che arde sotto la cenere dei tuoi problemi e finché ci sarà brace, potrebbe incendiarsi in qualsiasi momento. Satana non ti lascerà andare è determinato a non permettere allo Spirito Santo di riaccendere la fiammella in te. “non ignoriamo le sue macchinazioni” 2 Corinzi 2:11. Se ignoriamo le tattiche del nemico, possiamo permettergli di prendere vantaggio su di noi. 11:14-15 L’avvertimento di Paolo, il travestimento di Satana che usa le persone empie come messaggeri della sua ira e della sua invidia, questi si sono infiltrate nella chiesa. Avete mai incontrato persone del genere? Siete stati ma attaccati da loro? Pronunciano parole che ti tagliano l’anima, offese, critiche, ti deridono, ti accusano, perché la tua fede e il tuo zelo sono censura al loro stile di vita che ama il piacere. Ma la luce dell’Evangelo mette in risalto ogni opera delle tenebre, illuminando il credente sulle macchinazioni del nemico, nella preghiera. Davide scrive: “Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Salmo 42:5,9. Il suo stato spirituale non era né freddo né tiepido. Infatti, dice che la sua anima anelava ed era assetata di Dio (42:1-2). Eppure durante questo tempo che Satana mandò i suoi messaggeri ad attaccare Davide. “Davide, dov’è il tuo Dio?”. Questo ruppe il cuore di Davide, facendolo gridare: “Le mie lacrime sono il mio cibo notte e giorno, mentre mi dicono continuamente: ‘Dov’è il tuo Dio?’. In altre parole: “Dov’è la dimostrazione della cura di Dio e della liberazione per te?”. Davide, stava fuggendo da suo figlio Absalom. Si era nascosto nelle caverne, e soffriva l’angoscia ad ogni livello, mentale, fisico e spirituale. Israele lo aveva rigettato, compresi alcuni dei suoi amici più intimi, era in un profondo dolore. A volte Satana trova persone che ci dicono ad alta voce cose dolorose e rattristanti, le manda a scuotere la nostra fede, ci sussurrano pensieri sottili ma devastanti, formulati dal nemico stesso. E anche i credenti più santi non sono immuni a questi attacchi. L’esempio di Davide, rigettato dalla famiglia, senza una dimora, gli amici lo hanno abbandonato, piange. Allo stesso modo, i messaggeri di Satana iniettano alla nostra mente le stesse accuse, facendoci domandare: “Signore, dove sei in questa crisi? Perché mi ritrovo a bere questo calice di dolore, perché tutti ce l’hanno con me? E perché non ascolti le mie preghiere? Grido a te notte e giorno, ma non sento risposta. Le mie lacrime hanno un senso per te?”. Davide camminò con il Signore, fidava della Sua fedeltà, un uomo di preghiera, Dio era con lui ovunque andava, in tutto quello che faceva. Satana avrà invidiato quest’uomo e le rivelazioni che aveva ricevuto dal cielo. Non sorprende che Satana abbia mandato uno spirito maligno ad impossessarsi di Saul “…da quel giorno in poi, guardò Davide di mal occhio” (1 Samuele 18:9). Satana non si preoccupava dell’abilità di Davide, o del suo talento artistico o della sua personalità vincente, ma della fede di Davide, nella sua relazione col Padre, che faceva tremare l’inferno. La stessa cosa avviene oggi con tutti quelli che cercano Dio con sincerità. “Saul aveva paura di Davide, perché il SIGNORE era con lui e si era ritirato da Saul” (18:12). Una chiara immagine che il diavolo ha paura di qualsiasi uomo o donna di Dio giusto, che prega ed ha fiducia. “Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” Giacomo4:7 Satana teme di più quelli determinati a resistere e combattere nella fede. Anche un piccolo esercito di quelli che si cingono per fede per combattere. Ha paura di quelli che stanno in piedi e sono pronti a resistere. Il suo progetto neutralizzare il tuo spirito combattente. Il diavolo lo fa cercando di inondare la tua mente con dei pensieri di sconfitta, di distrazione, che nutrono e alimentano la sfiducia in Dio e ne mettono in dubbio la potenza. Ti griderà nella mente e nello spirito: “Non vale più la pena combattere. Sei troppo debole a causa delle tue lotte personali. Non sarai mai uno che vince. Le potente dell’inferno sono troppo forti per poterle sconfiggere. Perciò farai bene a rilassarti. Non hai bisogno di essere così intenso nella battaglia”. L’unica strategia di Satana è far distogliere i tuoi occhi dalla vittoria della Croce. Vuole farti credere che non sei abbastanza forte per poter andare avanti. Ma il punto non è la tua forza, ma la forza di Gesù. Paolo in Efesini 6 dice che Gesù ci ha dato armi potenti da distruggere le fortezze del maligno. Siamo equipaggiati con armi a cui Satana non può resistere: preghiera, fede. Alcuni cristiani si concentrano sul loro dolore e sulle loro prove da non poterlo più sopportare, l’unica cosa di cui parlano sono i loro combattimenti. Non li sentirete mai parlare della vittoria che Cristo ha vinto per loro. Dobbiamo distogliere gli occhi dalle prove e fissarli sul Capitano di questa guerra. Gesù ha le chiavi di ogni vittoria, e ci ha promesso: “Ti ho fornito ogni arma necessaria alla battaglia. E sono pronto e disposto a darti forza nei momenti di debolezza”.

Dio ci ha dato una strategia spirituale per resistere In Genesi 15, Dio fece un patto glorioso con Abrahamo. Disse di prendere una giovenca e una capra e di dividerle a metà, doveva prendere una tortora e un piccione e metterli a terra, testa a testa. Ma mentre queste erano a terra tutte sanguinanti, degli avvoltoi iniziarono a scendere sulle carcasse. Improvvisamente, Abrahamo avvertì un buio pesante tutto intorno a lui. Cos’era quel buio? Il diavolo era in panico, aveva sentito il patto che Dio aveva fatto con Abrahamo. Il Signore aveva promesso di fare di Abramo una nazione potente e di benedire per sempre il suo seme, aveva promesso di dare il paese di Canaan, territorio del diavolo, un paese di idolatri, la sua fortezza demoniaca sulla terra. E Dio stava dicendo che Abrahamo avrebbe conquistato e posseduto tutto. Come pensi reagisca Satana quando vede che tutto questo accade nella tua vita quando diamo il nostro cuore a Gesù ? Questo fa andare il diavolo su tutte le furie. Ti vede deciso a proseguire, riconosce che hai pienamente confidato nel “sacrificio del sangue” di Gesù per combattere tutti i tuoi desideri carnali e metterli a morte. E sa che questo significa che il suo regno delle tenebre ora è messo alle strette. Perciò manda degli avvoltoi per cercare di consumare il tuo sacrificio. Cosa sono questi avvoltoi? Sono i pensieri che nascono nell’inferno, vengono per insidiarti e farti mettere in dubbio la fedeltà di Cristo nei tuoi confronti. Basta un solo cristiano che prega ed ha fiducia per scuotere le fondamenta dell’inferno. E se questo ti riguarda, allora ti senti girare intorno gli avvoltoi che ti ha mandato per farti cadere. Cosa fece Abrahamo quando vennero gli avvoltoi? La Scrittura ci dice che li scacciò. Allo stesso modo il Signore ci ha mostrato un modo per scacciare gli avvoltoi che ci minacciano. Ogni qualvolta mi viene in mente un dubbio su Dio, devo solo resistere e appoggiarmi a quello che so del mio Signore. Tutti i miei pensieri devono essere misurati alle promesse che Gesù mi ha fatto e sulla vittoria che ha vinto per me.

Come Abrahamo, vogliamo scacciare quegli avvoltoi, usando con fede la Parola di Dio. Allo stesso modo, Gesù resistette alle tentazioni di Satana nel deserto, ed il diavolo lo lasciò per un tempo. Possiamo sapere che Dio farà lo stesso per noi, se resistiamo in fede, confidando nelle sue promesse.

Santa Cena

santa cena

1 Corinzi 11:23-25

Vorrei iniziare con una domanda: qual è il succo , l’essenza, l’anima, il nocciolo della fede cristiana? In che cosa si riassume il messaggio evangelico? Sono sicuro che rispondereste: l’essenza della fede cristiana è l’amore: amare Dio e il prossimo come se stessi. Giusto?

Non è proprio così: l’amore non è il succo del messaggio cristiano, almeno nel senso umanistico, non è il “volemose bene”. L’amore verso Dio e verso gli altri è il frutto, è la conseguenza, è il risultato del succo del messaggio cristiano: l’opera di profonda trasformazione della coscienza umana che solo Dio può operare attraverso l’opera efficace di Cristo.                                                                                                                                         Il succo della fede cristiana non è il nostro amore, ma l’amore di Dio che nella persona di Gesù Cristo rende possibile quella trasformazione del cuore umano che ci permettere d’amare davvero!  La Bibbia dice: “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati” (1 Gv. 4:10).                                                                                                                                   Questo è il messaggio che traspare da tutto il Nuovo Testamento e che visivamente è rappresentato nell’ordinanza della Santa Cena, la Cena del Signore è nell’esperienza di Paolo che dice:

 “Io ho ricevuto dal Signore” (23a): “Io ero nemico del Signore Gesù, odiavo lui e quelli che in Lui credevano, tanto da perseguitarli senza pietà. Ero un bestemmiatore e un nemico dei propositi di Dio, anche se mi vantavo d’essere religioso!                             Eppure Gesù è venuto a cercare proprio me!                                                                                               Io ho ricevuto da Lui …non tante legnate in testa o un fulmine dal cielo come avrei meritato, ma il Suo amore, la grazia di comprendere che la mia avversione era del tutto ingiustificata e chi Lui era veramente. Ho ricevuto la grazia di una radicale trasformazione, la grazia di ravvedermi dai miei peccati e di riporre in Lui la mia fede. Quanto è stato grande il Suo amore verso di me!                                                                          Non solo questo, ma ho ricevuto la grazia di diventare un suo strumento, un messaggero del Suo Evangelo”. Non l’ha fatto anche per te?

“…io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso”(23b). “quello che dal Signore Gesù io ho ricevuto, io ve l’ho pure trasmesso, affinché anche voi possiate fare la stessa esperienza di grazia e d’amore che io ho avuto … Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà “.                                                                                                                                                                     Paolo non era così diventato un predicatore di buoni sentimenti (ce n’erano già tanti anche allora…), ma annunciatore della potenza di Dio a trasformare cuori e menti.              “Fra i doni preziosi trasmessi c’è l’espressiva celebrazione della Santa Cena.                                              Non si tratta di una cerimonia inventata da me, dagli altri apostoli o “copiata” da chissà chi. La Santa Cena è una precisa ordinanza di Gesù, racchiude la sostanza di ciò che Lui ha compiuto soffrendo e morendo sulla croce, e che oggi ci trasforma. E’ qualcosa che dovete ricevere e praticare con estremo rispetto, attenzione ed anche timore, perché in quel pane e in quel vino è racchiuso simbolicamente tutto quello che Lui è stato e compie per la salvezza della creatura umana.

Il momento celebrativo “…il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane…” (23c). Così rammenta le tragiche circostanze e le modalità di quanto Gesù aveva compiuto istituendo l’ordinanza della Santa Cena. Ogni elemento di quanto avvenne quella sera è significativo.     

             …nella notte… buio, oscurità, le tenebre sono simbolo del male che si nasconde, simbolo del cuore irrigenerato, Giuda ne era l’esempio. Era la notte che i nemici di Gesù avrebbero complottato e portato a termine il loro piano malvagio.                                                 Era la notte in cui fu tradito, o meglio “consegnato“, dato nelle mani dei Suoi nemici guidati da Giuda iscariota nel giardino del Getsemani. Questo non era per Lui un increscioso incidente, una brutta sorpresa, perché tutto questo avveniva “secondo il determinato piano di Dio”                                                                                                                  In realtà, Gesù, si consegnò volontariamente alla cosiddetta giustizia degli uomini per pagare il prezzo delle nostre trasgressioni, rendendo possibile la rigenerazione e la trasformazione di un cuore malvagio che a Lui si fosse affidato.

Questi avvenimenti avrebbero coinciso con la Pasqua ebraica che celebrava la liberazione del popolo di Dio dalla schiavitù in Egitto, la notte in cui i primogeniti di Israele erano stati risparmiati dall’ira di Dio che avrebbe colpito solo gli oppressori egiziani.      L’unigenito ed innocente Figlio di Dio però, non è stato risparmiato, concedendo, una liberazione ancora più significativa...                                                                      …nella notte… Gesù sarebbe stato additato come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”.

Pane. prese il pane, l’emblema del Suo corpo, quel corpo che Dio Padre gli aveva preparato per essere spezzato per la salvezza del Suo popolo. “del Suo corpo e del Suo sangue” il credente si sarebbe nutrito “per avere vita eterna”, e di questo la Santa Cena è segno.                                                                                                                                                   Quante “coincidenze” significative, non è vero? Esse caricano la Santa Cena del suo meraviglioso significato, significato che non può che incutere timore e gran rispetto da parte di chi vi s’accosta: ecco ciò che davvero oggi abbiamo bisogno di comprendere ecco perché preghiamo, invochiamo il perdono dei nostri peccati, ci umiliamo, cerchiamo il volto del Signore; e ancora…                                “…e, dopo aver reso grazie”. è la consuetudine di ringraziare il Signore per i frutti della terra, per il lavoro, per il nutrimento e sostengono la nostra vita. Gesù, rilevava l’importanza di ringraziare Dio per il nostro nutrimento. Quanta maggiore riconoscenza dovremmo avere per la Persona di Gesù, che la Scrittura indica come “pane venuto dal cielo per nutrire la nostra anima”.   “lo spezzò e disse: Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi”.      La parola “spezzato” denota come Cristo sia morto. Sebbene le Sue gambe non fossero state spezzate come gli altri condannati a morte, il Suo corpo fu severamente tormentato, piegato e ferito. Fù disposto a deporre la Sua vita, a soffrire ed a morire per me e per te

“Questo è il mio corpo” Gesù ha usato per Sé stesso molti paragoni: “Io sono la via, la verità, la vita, la luce, la porta, la vite, la roccia…“. Il pane spezzato diventa segno e suggello del sacrificio dell’offerta a beneficio di chiunque ne avesse partecipato con fede.                                                                                                                                                              Un sacrificio per tutti, in modo sostitutivo, vicario, non solo a conferma della dottrina, ma qualcosa dal valore unico ed insostituibile, un valore applicabile universalmente per tutti e in ogni tempo.

Un’intensificazione. Era ed è essenziale pure l’equivalenza vino – sangue. “Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me”. Perché era essenziale pure questa nuova equivalenza? Perché nell’Antico Testamento pure il sangue aveva un valore simbolico. “La vita è nel sangue

Quando nell’Antico Testamento gli ebrei versavano il sangue dell’animale sacrificato sull’altare, essi indicavano che una vita era stata sacrificata come espiazione della pena che il peccatore meritava. Al posto di, il sangue era versato, questo era prefigurazione di ciò che solo Cristo, come autentica vittima sacrificale e nostro sostituto, avrebbe compiuto. Gesù così evidenzia il fatto, nella Santa Cena, che il solo, vero ed efficace sangue sacrificale che può espiare il peccato era e rimane il Suo!

L‘ultima ed espressiva espressione dell’Apostolo: “Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga”.      Ecco, questi gesti compiuti nella Cena del Signore, è l’annuncio pubblico, unico ed insostituibile di ciò che veramente può salvare: l’opera oggettiva, sacrificale, vicaria ed espiatoria compiuta dal Signore e Salvatore Gesù Cristo.                                                               Con l’accostarci alla Santa Cena, testimoniamo l’opera efficace della morte di Gesù, del suo corpo spezzato, del suo sangue versato, potente a trasformare e rigenerare ogni uomo.      Questa testimonianza pubblica, autentica di fede e non vana apparenza: se questo fosse, ci metteremmo in condizione d’essere particolarmente condannati da Dio. Versi successivi…

Non v’esorterò dunque a volervi bene, ad essere solidali, ad offrire denaro, ad aiutarvi, ad essere buoni, a fare la pace, ad ubbidire a Dio, ma v’esorto a ravvedervi ed a credere all’Evangelo e a ciò che per voi Dio ha compiuto in Cristo!

Gesù gioisce nel dimorare in noi

cuore_a

Proverbi 8:22-36

Il passo di Proverbi 8 rivela gloriosamente il patto tra Dio ed il Suo Figliolo riguardante la loro dimora nel genere umano. Una dimora è un luogo dove si risiede. La parola greca per “dimora” significa “una residenza stabile”. Qualunque cristiano sa che Dio non abita in templi fatti da mano d’uomo. Infatti il nostro Signore ha scelto di vivere in sembianze umane – cioè nel cuore e nell’anima di coloro che credono in Lui. Chiunque sia in Cristo fa del suo corpo un tempio – la Sua dimora , la Sua residenza stabile. Ogni credente può con sicurezza affermare: “Dio vive in me”. Un cuore nettato dal sangue di Gesù è la sua residenza permanente. Proverbi 8 ci parla anche di sapienza, in un modo tale che può essere riferito soltanto a Gesù. (30) Sappiamo che Cristo era con Dio prima ancora che la terra fosse creata: (Proverbi 8:22-23). Il Figlio pronunciò anche queste incredibile parole: (Proverbi 8:31). Tra tutte le meravigliose galassie ancora non scoperte dall’uomo, Dio ha scelto di dimorare su questa piccola sfera chiamata terra e ha scelto l’uomo… Questa è la chiave del mio messaggio: Gesù sapeva che non avrebbe più gioito della beata comunione che aveva con il Padre e fu deliziato della prospettiva di venire ad abitare in noi: “trovavo la mia gioia tra i figli degli uomini” (Proverbi 8:31). Egli fu deliziato al pensiero della dolce comunione con noi! Perché ? Vediamo tre ragioni per le quali Gesù si rallegra che siamo la Sua dimora

1. Gesù gioisce di essere nostro sposo: Pregustava di avere intimità e comunione con la Sua sposa. La Bibbia offre numerose descrizione della nostra identità in Cristo. Siamo chiamati il Suo corpo, la Sua pecora, vergini, figli, servitori, amici. Ma il più intimo di tutte queste descrizioni è questa: noi siamo la sposa di Cristo. “Come la sposa è la gioia dello sposo, così tu sarai la gioia del tuo Dio.” (Isaia 62:5). Se sei sposato, ricorderai il tempo del fidanzamento. Avevi perso la testa, contavi i giorni che vi separavano dal matrimonio, per finalmente essere in perfetta unione. Così è Gesù. Egli non vedeva l’ora di essere con te, acconsentì di lasciare la perfetta comunione col Padre. Guardava al giorno quando tu finalmente saresti stato la sua sposa. Un matrimonio d’amore. Egli sarebbe stato la pupilla dei tuoi occhi, e tu saresti stato tutto per Lui. Questo era il motivo della Sua gioia. Il tuo promesso sposo pregusta l’ora quando vai a Lui ogni giorno nella stanzetta segreta, gioendo in Lui. Per passare ore insieme, fuori dal mondo, condividere le gioie i dolori, gioendo della dolce comunione. Egli sarà felice di darti le Sue cure, rallegrandosi con te “Egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acquieterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con grida di gioia” (Sofonia 3:17). Ripensa al tempo quando hai amato per la prima volta Gesù. Lo cercavi con tutto il cuore, eri eccitato all’idea di andare alla casa di Dio per lodarlo ed adorarlo, e ora? Agli occhi di Gesù, ogni giorno trascorso con te è come fosse un giorno di nozze. “qui è dove costruirò la mia casa. Io abiterò in chiunque mi vuole più di ogni casa al mondo.”

2. Gesù gioisce al pensiero di condividere i Suoi piani con noi. Una delle più grandi espressioni del vero amore è di condividere i più intimi segreti con la persona amata – cose che nessun altro può conoscere. Cristo ha preannunciato di condividere i Suoi segreti con te. Salmo 25:14 Ciò che fanno gli innamorati, anche in una normale relazione carnale. Ricordate Sansone verso Dalila, non le nascose nulla (vedi Giudici 16:4). Il suo amore per lei lo convinse a rivelarle il segreto della sua forza – costandogli la propria vita. Rallegrandosi per te Gesù gioisce che non saresti stato solo la Sua sposa ma anche il Suo amico del cuore. Egli ti vedeva nella tua cameretta segreta a pregare, completamente consacrato a Lui, mentre apri la Sua Parola, ti rivela cose che altri credenti non potranno vedere o udire. “… ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.” Giov 15:15 Il Signore non compie alcuna delle sue più grandi opere senza prima dirlo a coloro che Lo amano. “Poiché il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti” Amos 3:7 Gesù condividere le intime rivelazioni della mente di Dio: ciò che desidera realizzare, nel mondo e nella tua vita … la magnificenza della Sua Parola… la beltà del Suo sacrificio. Successivamente egli si rallegra nel vedere che te condividere con Lui ogni tuo bisogno, problema, ferita e sconfitta, speranza e desiderio, sogno ed incubo. Egli è Colui che alleggerisce il tuo cuore.

Gesù gioisce che la Sua sposa ama la Sua Parola. “Beato l’uomo che mi ascolta, che veglia ogni giorno alle mie porte, che vigila alla soglia della mia casa!” (Proverbi 8:34). “Questa è la persona nel quale vivo e dimoro, che ascolta con attenzione ogni Mia parola. Ogni giorno, attende le Mie porte, attende la mia voce. E gioisce in quello che gli dico”. Cc 2:14 Davide era uno che attendeva ogni giorno di ricevere la Parola di Dio. Ed egli gioiva in quella che aveva ricevuto. Salmo 119:16, 24, 47, 77… in ebraico “Io gioisco nella tua parola. torniamo” Proverbi 8:34: Veglia… pone attenzione ai suoi passi, cammina in un sentiero santo e pazientemente attende il Signore fino a che aprirà le Sue porte per lui. Vigila… o meglio trema alla Parola di Dio Isaia 66:2 Isaia è un esempio di qualcuno che “vigila alla soglia della mia casa” all’inizio del suo ministerio sperimenta… Isaia 6:4-5

Ecco che la Bibbia dichiara cosa Gesù si aspetta di trovare in noi, la Sua dimora… Quindi stai soddisfacendo le Sue attese? Egli ha previsto di trascorrere una vita con te. La tua intimità con Lui sta crescendo? Oppure lo stai trascurando da troppi giorni? Troviamo il tempo per tante cose, ma spesso non abbiamo tempo per Gesù… Questo è un solenne avviso: Gesù non vuole dimorare in coloro che Lo trascurano ed ignorano.

Concludo con dei versi di Ezechiele 47:8-9 racconta di un fiume di vita che sgorga dal trono di Dio. Questo fiume è composto di acqua santa che guarisce. Come essa scorre attraverso il deserto, porta vita a qualunque cosa tocchi. Si espande sempre più largo e profondo fino ad esserci abbastanza acqua da poterci nuotare dentro. Questo fiume di vita rappresenta la predicazione del Vangelo. La buona novella di Cristo inizia come una goccia d’acqua, la verità di Cristo, risveglia dalla trascuratezza, pigrizia ed apatia apre gli occhi e gioiscono in Gesù. Lo cercano ogni giorno, amano la Sua Parola, vengono rivelati i segreti del cuore di Dio e vengono guariti. Ma attenzione a cosa accade alla pianura… 11… Che cosa vuol dire essere “abbandonati al sale“? Significa totale sterilità, infruttuosità, aridità, solitudine, ma non è mai troppo tardi, quando fiume di guarigione scorre, guarisce ogni infermità.

Dio ci desidera e ha ancora dei piani per voi. Possiamo ancora essere la Sua dimora, imparare ancora i Suoi segreti e ricevere le Sue rivelazioni.

 

Prega per il tuo pastore

Senza-titolo-1

Purtroppo si verificano eventi che ricordano di pregare per il vostro pastore. Ci sono storie di pastori che vengono meno nel servizio a Dio, rendendo dichiarazioni incredibili e mollano. Non tutto ciò che leggiamo è vero, ma c’è una pressione sulla posizione e sull’incarico o carico del pastore . Non possono chiederglielo di pregare per loro, ma hanno bisogno delle vostre preghiere.

Chiedi a Dio di aiutarti a guidarti in queste preghiere. Ho messo insieme una lista per aiutarti a pensare a cosa pregare per il tuo pastore.

10 cose da pregare per il tuo pastore

1. Prega che abbia cura di sua moglie e della sua famiglia. Dio può spingere altri ad aiutarlo per guidare la tua chiesa.

2. Prega che il suo scopo primario sia di incontrarsi con Dio e meditare sulla Sua Parola, sarebbe quello di conoscerlo meglio e non solo di guidare meglio la Chiesa, ma per amare sempre più Dio

3. Prega che porti esperienze reali con Dio e non solo con le informazioni che ha imparato, ma con una vita pratica nell’Opera

4. Prega che dirigerà la chiesa sempre più vicino a Dio e non solo dedicata alle attività della chiesa o della chiesa.

5. Prega che sia libero di guidare la chiesa in quanto sente da Dio la spinta e che lo ha portato a dare giusti consigli, rispettosi, amorevoli, anche riprensivi se necessari. Non è perfetto ma ha la passione per Gesù, a volte o spesso è solo.

6. Prega che sia protetto dall’orgoglio dopo che i progetti di Dio procedono prima per lui e per la chiesa.

7. Prega che in ogni settimana desidera portare la gente a Gesù. Questa non è solo una chiamata alla ricerca di Dio, ma un vero e profondo incontro con il nostro Dio.

8. Lui avrà un gruppo di uomini intorno a lui che lo conoscono bene e credono in lui.  Prega che può condividere con loro i suoi sogni, le passioni, le lotte e gli errori. Questo non è un gruppo di responsabilità ma uomini che lo ricorderanno di ciò che Dio dice di lui e lo incoraggiano a vivere d’accordo con la Parola di Dio.

9. Sentirà libero di avere una vita al di fuori della chiesa, prega per la sua salute e per il bene della sua famiglia.

10. Prega che il potenza e l’amore di Dio scorra in ogni area che tocca.

Solo così avrà fiducia nella sua chiamata per mantenerla forte in mezzo agli attacchi provenienti dall’interno del corpo. Lei avrà fiducia in Dio per portare il popolo al quale è particolarmente attaccato per servire e sapere che non deve convincere nessuno della sua vocazione ma se stesso.

Può questo elenco aiutarti nelle tue preghiere per il pastoro. Questa lista ti aiuti a pregare.

Il decalogo per i discepoli e per la chiesa

Decalogo.jpg

Il Vangelo di Matteo è tutto un insegnamento ai discepoli
composto da 5 discorsi di Gesù:

  1. Il Sermone sul monte Matteo 5:1:29
  2. Il discorso sulla missione degli apostoli Matteo 10:5:42
  3. Il discorso in parabole Matteo 13:1:52
  4. Il discorso alla comunità dei discepoli Matteo 18:1:22
  5. Il discorso escatologico e profetico sulle ultime cose  Matteo 24:1-46

Considerando il discorso alla comunità dei discepoli Matteo 18:1-22 noteremo degli insegnamenti di Gesù; come un “decalogo” per i discepoli

1) La Chiesa non è il luogo del potere e del dominio, della carriera
e delle ambizioni personali del discepolo Matteo 20:25; di chi è
“IL PIU’ GRANDE” (1); ma il luogo della conversione del servizio
dell’umiltà; Matteo 18:2-4

2) La Chiesa e il discepolo devono essere accoglienti (5)

3) La Chiesa è il luogo del buon esempio (6-7)

4) La Chiesa è il luogo dove si apprende il combattimento spirituale
e il discepolo è colui che lotta contro l’uomo vecchio, l’uomo
esterno con l’esercizio spirituale (8-9)

5) La Chiesa è il luogo dell’amore agapico, della comprensione,
del recupero e il discepolo è colui che ama sempre e non critica
ne disprezza i suoi fratelli in fede (10-11)

6) La Chiesa è il luogo della cura e della ricerca della PECORA
SMARRITA (12:13)

7) La Chiesa è il luogo della correzione fraterna (15-17)

8) La Chiesa è il luogo della liberazione e della guarigione (18)
Gesù ha dato ai suoi discepoli il potere (DYNAMIS) e autorità
sul male

9) La Chiesa è il luogo di preghiera di intercessione e il discepolo
è un intercessore, uno che ha un cuore rotto per gli altri (19)

10) La Chiesa è il luogo della presenza dello Spirito del Signore
e il discepolo sente e vive per fede di questa presenza nella
comunità dei Santi (20)

Questa è la firma conclusiva del discorso del Signore alla Chiesa
e ai discepoli…
“Io sarò sempre con voi fino alla fine dell’età presente”
AMEN

 

Cose da non fare quando andiamo al Signore in preghiera

Bible-in-light

Giacomo 1:6-7 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.  Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore

Credo che molti cercano il Signore diligentemente, andando a Lui con lacrime, con dolore sincero e con pentimento, spandono i loro cuori davanti a Lui con pianti, suppliche, convinti, come suggerisce la Parola di Dio: “Il mio cuore mi dice da parte tua: ‘Cercate la mia faccia’. Cerco la tua faccia, o Eterno” Salmo 27:8. Mi domando: Dio ascolta ogni Suo figlio che grida a Lui? Tutti quelli che chiedono, ricevono? Abbiamo l’idea che tutto quello di cui hanno bisogno è più tempo appartati con Dio, più lacrime, più disperazione, più zelo per la Sua Parola. Qualcosa dentro li spinge: “Se solo potessi digiunare di più, pregare di più, piangere di più, sarei un Cristiano migliore e Dio risponderebbe alle mie preghiere”. Davide grida: Salmo 18:6,7,9,13,16. Questo è tutto? Basta semplicemente gridare a Dio, gridare forte a Lui, e Lui vi ascolterà e vi libererà? C’è un anello mancante in molte nostre preghiere. Spesso è per questo che non riceviamo risposta a molte delle nostre preghiere; quell’anello mancante è la fede! Ebrei 11:6. Giacomo spiega nel nostro testo 6-7 se una persona rimane nel dubbio, non importa quanti fiumi di lacrime verserà o quanto griderà. Non riceverà niente da Dio! Davide fu ascoltato e liberato dal Signore non semplicemente perché andò a Lui con lacrime o con grida; No, ma perché andò con il cuore pieno di sicurezza e fiducia in Dio! Naturalmente, Dio desidera che noi gridiamo a Lui con forza, ma il nostro grido deve essere accompagnato dalla fede! “egli è il nostro aiuto e il nostro scudo… perché confidiamo” Sal 33:20-21 Fratello e sorella “Smetti di piangere, di disperarti, di camminare per la stanza!. Nessuno sforzo ti aiuterà ad ottenere risposte, fino a quando non verrai a Me con fede!” tre Cose da non fare quando andiamo al Signore in preghiera:

Non andare a Dio aspettandoti qualcosa: a meno che… Giacomo 1:6-7 senza fede è impossibile piacere a Dio! Abrahamo è un uomo che sviluppò una fede che non vacillò verso ciò che Dio gli aveva promesso Romani 4:19-21 pienamente convinto… Ora stiamo parlando di qualcosa di “impossibile” credere in Dio per ciò che sembra umanamente impossibile. Il Signore promise un figlio a queste due persone che avevano dei corpi “vecchi”. Quale sfida alla fede! umanamente impossibile. Abrahamo aveva ora novantanove anni, le sue ghiandole riproduttive e l’utero di sua moglie Sara erano “morti”. Genesi 17:15-19 “Sebbene i vostri corpi siano ‘morti’, avrete un bambino. E tutte le Mie promesse di fede avverranno tramite questo figlio. Abrahamo, sarai padre di molte nazioni!” Perché non prima? Forse perché quel seme sarebbe dovuto essere “di fede”; nato completamente nella fede. La fede di Abrahamo non era ancora matura. Aveva vacillato alla promessa di Dio! Anche Sara conosceva la promessa. E dopo aver atteso dieci anni senza alcun figlio, diventò impaziente ed escogitò un piano per “aiutare Dio” “Entra dalla mia serva; forse potrò avere figli da lei”. Quante volte anche noi vogliamo aiutare il Signore, ce lo aspettiamo, me lo deve concedere, farò cosi… e sbaglio Abrahamo doveva ancora sviluppare una fede che non vacillasse, che fosse incrollabile. E ciò sarebbe potuto avvenire solo attraverso prove e difficoltà. Alla fine, la Parola di Dio testimonia di lui: “…neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio…” Romani 4:18. Questa volta, a 99 anni, Abrahamo credette in Dio “…contro ogni speranza…” Romani 4:18. “…non riguardò al suo corpo già reso come morto...” (17) e non ebbe alcun dubbio. Era “…pienamente convinto…” (21) che quello che Dio aveva promesso, Egli l’avrebbe fatto. Ogni “vacillamento” nasce dall’incredulità. Vacillare significa “contendere, calcolare, cercare di capire, dimostrare i tuoi meriti, dibattere sul problema”. Avere fede significa abbandonare tutte le tue controversie, dibattiti, ragionamenti, domande, dubbi, ma pienamente persuaso che Egli manterrà la Sua Parola. Dio vuole fare l’impossibile – perché più impossibile è la situazione, più gloria Egli riceverà!

Non andare a Dio con dei “se”: 6-7 Aggiungiamo questa frase alle nostre preghiere: “Se è nella Tua volontà, Signore…” Quella frase è menzionata solo una volta nelle Scritture. Fu detta da Gesù Giovanni afferma: “…se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce” (1 Giovanni 5:14). Credo che possiamo sostituire la parola ‘volontà’ in questo verso con ‘promessa’. Perché? Ogni promessa di Dio è una rivelazione della Sua volontà! Perché dovremmo andare a Dio chiedendo: “Se è nella Tua volontà, Padre, preservami dal cadere” – Egli ce lo ha già promesso! Poi quando siamo stancati di pregare diciamo: “Evidentemente non era volontà del Signore”. Diamo a Dio un’uscita di emergenza – una scusa per non rispondere! O meglio ce la cantiamo e ce la suoniamo! C’è la promessa Filippesi 4:19). “Signore, se è nella Tua volontà, dammi il Tuo Spirito” – Dio promette di spandere il Suo Spirito su chiunque lo chiede! Dio ci dà promesse perché impariamo a credere in Lui con audacia: Ebrei 4:16 Sembrerebbe molto spirituale pregare: “Signore, se è nella Tua volontà…” Ma troppo spesso questa attitudine nasce dal dubbio. Si diventa deboli e scostanti nella fede, paura di prendere una posizione!Il vero modo spirituale di pregare è scavare nella Parola di Dio e scoprire la Sua volontà nelle Sue promesse e conoscendole, sapremo la volontà di Dio e pregheremo “secondo la Sua volontà.”

Non andare a Dio se non sei pronto a credere a quello che gli chiedi 6-7 “…Tutte le cose che domandate pregando, credete di riceverle e le otterrete” (Marco 11:24). Il Signore non scherza. Quando al cieco fu chiesto cosa desiderava, egli gridò: “Che io possa vedere!” Gesù non rispose: “Aspetta, ho qualcosa di meglio per te; vista spirituale, per poter leggere nella mente della gente e conoscere i pensieri profondi di Dio. La Bibbia dice che Gesù gli diede proprio quello che aveva chiesto – la vista! Giacomo 1:5 dice che se una persona chiede saggezza a Dio, Egli gli darà saggezza – non pazienza, sopportazione o discernimento, ma saggezza! Quando sei specifico con Dio, Egli è specifico con te. A Volte dico “Se Dio chiude una porta, deve averne una migliore da aprire”. No! Questa ho scoperto che non è la teologia corretta. Può sembrare spirituale, ma è basata sul dubbio!Gesù ci dice: “E tutto ciò che chiederete in preghiera, avendo fede, lo otterrete” (Matteo 21:22). “E qualunque cosa chiederete nel nome mio la farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiedete qualche cosa nel nome mio, io la farò” (Giovanni 14:13-14). “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto” Dio vuole che siate più specifici con Lui. Così, vi chiedo: Esattamente per cos’è che state pregando? E’ per la salvezza della tua famiglia? Allora aggrappati alla Sua promessa di salvare te e la tua famiglia (Atti 16:31). Vai a Dio con fede nella Sua promessa. E non essere soddisfatto finché non vieni ascoltato nello specifico! “Signore, è tutto meraviglioso – ma è mio figlio, o mio marito che devi salvare!” Sii specifico con Lui – e continua a chiedere finché non accade!

Come andare: concludo con il come andare a Dio con dei versi biblici Con un cuore disposto a perdonare. Se nutrite rancore verso qualcuno, potete scordavi tutto sulla fede, il digiuno o la preghiera. Matteo 6:15 Ubbidite alla Parola di Dio. 1 Giovanni 3:22 Se siete sposati, trattate il vostro compagno o compagna con amore, intelligenza e onore, “…affinché le vostre preghiere non siano impedite” 1 Pietro 3:7 Con fede semplice, Matteo 18:3 Per grazia di Dio, ogni giorno, prendendo le Sue promesse portandole davanti a Lui, credendo in quello che Tu hai detto. Appropriati delle promesse di Dio. Sono tutte tue! Gesù promette, “…qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia” (Giovanni 15:16).

Credi in Dio per le anime dei tuoi cari. Credi in Lui perché il Suo Spirito sia sparso sulla tua vita. Credi in Lui per la tua condizione fisica, la tua situazione economica. Egli non ti abbandonerà.